Vi è mai capitato di rivelare un segreto o una informazione riservata a qualcuno e di dirgli: “non lo dire a nessuno”?
Vi è capitato di voler mettere in guardia qualcuno riguardo una macchinazione contro di lui, senza che si sappia che siete stati voi, dicendo: “non dire che te lo ho detto”.?
I motivi per cui certe informazioni non si riescono a tenere segrete sono principalmente di due nature, una è il senso di protagonismo, la voglia di sentirsi importanti. Quando si hanno informazioni importanti, perché magari si è partecipato ad un incontro riservato, spesso c’è la voglia di mettersi in mostra con gli amici, di far vedere che si è a conoscenza di informazioni esclusive. Immaginate invece, avendo partecipato a degli eventi importanti, perché magari fate parte di un corpo speciale dell’esercito, di aver saputo di qualcosa che potrebbe mettere in pericolo i vostri cari ed i vostri amici. Cercherete di avvisare le persone che amate per evitargli, oltre che evitare a voi stessi, le conseguenze di quello che sta per accadere. Se invece veniste a conoscenza di intenzioni criminali forse cerchereste anche di opporvi.
Ci sono dei casi quindi in cui, per motivi diversi, certe informazioni trapelano, arrivano alle orecchie di chi non le dovrebbe sapere. Questi meccanismi potrebbero essere alla base della nascita di teorie del complotto, potrebbero essere il seme da cui germoglia e si sviluppa una teoria. Se le notizie trapelate sono false o fraintese verrà fuori una falsa teoria, ma se le notizie sono vere la teoria che viene fuori ha una base concreta e reale, potrebbe quindi portare con se un messaggio importante.
Come si sviluppano, crescono e si diffondono poi le teorie? Sostanzialmente chi viene a conoscenza di certe informazioni, o non ci crede e lascia cadere nel vuoto la cosa, oppure ci crede e si allarma. La paura generata da quell’informazione avuta crea a volte uno stato per certi versi paranoico che porta ad esasperare, esagerare o edulcorare la notizia avuta. A quella notizia si tende a concatenare altre notizie ed altre informazioni fino a formare delle vere e proprie teorie del complotto che spiegano e prevedono cosa sta accadendo ed accadrà. Dallo stesso seme, riportato di bocca in bocca, possono quindi nascere più teorie del complotto, o comunque teorie uguali nella sostanza ma con interpretazioni diverse. Quello che però non bisogna perdere di vista è che il seme potrebbe essere autentico e quindi quella teoria non dovrebbe essere ignorata. Non solo il fondamento della notizia è vero e andrebbe attenzionato ed approfondito, ma magari una delle tante teorie costruite attorno al seme potrebbe essere realmente vicina alla realtà. Non è poi da escludere che esistano, e io lo credo, delle realtà di organizzazioni indipendenti, composte magari anche da personaggi interni a determinate realtà facenti parte dei complotti, che raccolgono le varie notizie carpite per comprendere bene cosa stia realmente accadendo, cercando di formulare delle ricostruzioni il più possibile complete, per provare ad opporsi ad operazioni pericolose o criminali.
Il motivo per cui nasce l’etichetta di complottista, anche se spesso le teorie avanzate sono anche molto credibili se non logiche, è riconducibile a due aspetti importanti della psiche umana, del comportamento dell’individuo. Uno è che le teorie troppo lontane dalla normalità, dal normale modo di vedere la realtà, si tende a darle per false perché è più comodo, più semplice, non richiede una reazione. Credere a certe teorie sconvolgerebbe le nostre esistenze, ci farebbe perdere la serenità, in molti casi richiederebbe una nostra reazione, è quindi più semplice non credere. L’altro motivo è che l’eccessivo “allargamento” delle teorie, il voler spiegare tutto o il voler riportare tutto a quelle teorie da parte di chi cerca di denunciarle, di farle conoscere, rende le stesse poco credibili. Molti diventano ossessionati, vedono in tutto un secondo fine o un complotto e basta uno scivolone per far perdere di credibilità a tutto. Poi c’è anche chi ci vuole speculare su certe teorie, in alcuni casi magari non ci crede neanche veramente ma ci vede un’opportunità personale. Qualcuno infatti cerca di farne fonte di guadagno, tende a creare un proprio seguito di followers e quindi aggiunge del suo per creare interesse, strumentalizza, magari spaventando anche più del necessario le persone. Questa tipologia di complottisti o di falsi complottisti finiscono inevitabilmente col far perdere credibilità alle notizie stesse, la gente finisce col bollare per false delle teorie che invece arrivano da un seme che potrebbe svelare complotti realmente in programma o in corso. A peggiorare le cose si mette chi non vuole che certe operazioni in programma o in corso si scoprano e cerca di insabbiare le notizie che trapelano. Il meccanismo delle fake-news ad esempio è un modo per censurare le informazioni che non si vuole che girino facendole passare per false. Nell’immaginario collettivo basta leggere una notizia in un pseudo sito di fake-news per catalogarla come fake, mentre forse si dovrebbe prima verificare la credibilità del sito stesso. Nella narrativa COVID anche notizie ufficiali del ministero sono finite nei siti di fake perché scomode.
Altro grande problema per i divulgatori di teorie cospirazionistiche sono le false teorie del complotto. La più emblematica è quella della terra piatta, nessun vero complottista ha mai creduto alla terra piatta, ma il fatto che siano riusciti a far credere a questa teoria ha fatto perdere di credibilità a tutto il mondo dell’informazione alternativa. Il risultato di questa macchinazione dietro la terra piatta fa si che ora, se dai una notizia diversa da quella che dice il mainstream sei un terrapiattista.
Con i meccanismi poc’anzi descritti se una cospirazione, un complotto, è portato avanti da persone influenti, queste possono tranquillamente affossare ogni tentativo di denunciare tale complotto semplicemente controllando i media. I media possono pilotare il pensiero della gente facendo passare per fake-news notizie vere e creando invece false notizie o false teorie del complotto per denigrare le fonti di informazione alternative. Questo è quello che è successo con il COVID. Le varie teorie cospirazionistiche costruite attorno al COVID spaziano dall’ipotesi che stiano puntando alla riduzione della popolazione mondiale, all’ipotesi che lo scopo sia imporre un controllo delle persone col 5G passando per il solo business dei vaccini. Quale sia la spiegazione può essere in dubbio, ciò che è certo che un complotto di portata mondiale che usa il COVID come motore c’è, il grande reset non è più solo una teoria. Nonostante tutte le evidenze che quello che i governi stanno facendo nulla ha a che vedere con la riduzione dei contagi, nonostante giorno dopo giorno venga smentita la narrazione ufficiale, la maggior parte delle persone non crede ad un complotto dietro la questione covid. Quella del COVID è un esempio di teoria del complotto a cui molti non credono perché è più semplice pensare che non sia vero, perché immaginare che sia vero fa troppa paura, meglio mettere la testa sotto la sabbia. Il problema è però che se non si affronta la realtà, se non si accetta che non si può più lasciare che il programma dei globalisti vada avanti, il programma loro lo porteranno avanti e le conseguenza arriveranno. A quel punto capiremo che mettere la testa sotto la sabbia non ci ha protetto ma ormai è troppo tardi.
Vi starete chiedendo quale sia il disegno dietro il complotto COVID. Sicuramente il grande reset sembra ormai un programma alla luce del sole, con la scusa del COVID stanno togliendo anche i diritti e le libertà basilari. E’ anche evidente che la questione climatica sarà l’emergenza successiva con cui già stanno mettendo le mani sulle nostre case. Proprio ieri l’Europa ha detto chiaramente che non potremo più vendere o affittare le case che non sono come vogliono loro, in pratica stanno riducendo drasticamente i diritti sulla proprietà, quindi non è più solo una teoria neanche questa. Il dubbio che personalmente ho è se ci vogliono solo impoverire e rendere malati cronici con la vaccinazione continua o se stanno realmente anche riducendo la popolazione mondiale L’ultima ipotesi è la più accreditata, la percentuale di sopravvissuti che vogliono mantenere ancora però mi sfugge proprio.