Gio. Nov 21st, 2024

Quando si fanno acquisti con una carta o un bancomat, si usa un servizio che però paga l’esercente. Torniamo ancora una volta sulla questione POS perché è una distopica ingiustizia sociale che ci dovrebbe permettere di capire come ragionano i capitalisti e come potremmo e dovremmo difenderci.

Se la commissione fosse a carico di chi utilizza il servizio, come in realtà dovrebbe essere, pochi utilizzerebbero le carte di pagamento. Avendo chiaro questo concetto i capitalisti che hanno profitti anche dalle banche e che governano gli stati, hanno pensato bene di pagare qualche politico per implementare questa vera e propria ingiustizia sociale, facendo anche in modo, con l’aiuto del sistema mediatico asservito, di farla passare per giusta e lecita.

Generalmente chi usa un servizio lo paga, in questo caso si obbligano gli esercenti a pagare un servizio utilizzato dai clienti per far sì che l’utilizzo dei pagamenti elettronici si diffonda. I potenti del mondo conoscono i limiti del popolo, sanno che non esistono più valori ed etica per cui tutti accettano egoisticamente di buon grado un beneficio anche se questo è ingiusto e danneggia altri.

Ma questo beneficio è realmente un beneficio?

Iniziamo con l’aspetto più banale e scontato, se si paga con il contante una banconota di 50 euro vale sempre 50 euro. Pagando con le carte ad ogni transazione l’esercente paga una commissione per cui nelle mani del popolo quei 50 euro diventano ogni volta un 3% circa in meno, in pratica i nostri soldi passano un po’ alla volta nelle mani dei soliti noti.

Ma questo non è l’unico problema. Credo sia chiaro che tutto quello che facciamo, le pagine che apriamo su internet, i post che leggiamo o che postiamo sui social, le ricerche che facciamo nei motori di ricerca e negli e-commerce, sono tracciati e caricati sui database creando i “big-data”. Lo scopo è quello di conoscere meglio i nostri gusti, le nostre passioni e magari i nostri punti deboli per migliorare la loro attività di marketing e di controllo. Il fatto che ormai quando apriamo una pagina web ci obbligano (sempre con la complicità della politica asservita) ad accettare i cookie, l’alternativa spesso è abbonarsi, dovrebbe far capire quanto importanti per loro siano queste informazioni. Capite bene a questo punto che pagando tutto con mezzi elettronici riescono a sapere di noi ogni singolo acquisto, ogni singolo spostamento per cui offriamo di fatto il fianco agli strizzacervelli al soldo dei soliti noti che riescono inevitabilmente a condizionare le nostre scelte e le nostra azioni.

Ma non finisce qui. I pagamenti elettronici possono essere facilmente bloccati, può avvenire in caso di guasti, cosa ormai abbastanza frequente, ma può anche essere un’arma di ricatto nelle mani di uno stato che progressivamente mette sempre più, ad esempio, le mani direttamente nei conti correnti. Se non avete pagato la multa oggi possono già prendere i soldi dal vostro conto, domani potrebbero anche decidere che non dovete viaggiare o non potete fare il pieno nell’auto perché inquinate troppo.

Trattiamo ora la questione più controversa, le tasse. Premesso che è giusto che tutti paghino le tasse sarebbe anche giusto che queste non fossero eccessive e che fossero proporzionali ai servizi resi al cittadino. Oggi vediamo un decadimento del sistema stato in tutte le sue pertinenze, dalla sanità alla scuola, ed al contempo un continuo aumento delle tasse, va da se che qualcosa non funziona. Chiaramente ci sono i furbi che si arricchiscono a dismisura, tra questi i soliti capitalisti che aspirano ricchezza in vari modi, dai farmaci alle armi passando per le banche, etc.

Facciamo ora una considerazione un po’ energica. Mentre un dipendente ha un netto in busta, purtroppo spesso basso (tenere il popolo nel bisogno fa parte del gioco), ma definito. chi lavora nel commercio e ha una partita iva, un netto in busta certo non ce l’ha ed il più delle volte non ha utili sufficienti per pagare le tasse. Evadere le tasse e non dormire sonni tranquilli non è bello, spesso l’evasione è una via di fuga, l’alternativa è la chiusura. Una diversa alternativa all’evasione e alla chiusura per default è l’aumento dei prezzi, cosa non sempre possibile per ovvie questioni di mercato. Ad ogni modo un aumento generalizzato dei prezzi per via della repressione fiscale comporta una conseguente riduzione del potere di acquisto per tutti, anche degli stipendiati. In definitiva, divisione sociale indotta a parte, le conseguenza di una repressione fiscale sono comunque negative per tutti. Non vi illudete che maggiori introiti per lo stato possano significare miglioramento dei servizi perché tanto l’unica cosa che otterrete e di aumentare i proventi dei soliti noti.

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