Riscaldamento globale, occhio alle nuvole
Importanza delle nuvole nell’equilibrio termico terrestre, cause dell’alterazione della loro naturale formazione e possibili conseguenze (siccità e bombe d’acqua).
Abstract
Questo articolo vuole proporre una chiave di lettura diversa dello stato dei cambiamenti climatici riscontrati nei tempi moderni. Il mondo scientifico è molto diviso sia riguardo l’interpretazione di quello che sta accadendo, sia riguardo le cause che lo determinerebbero.
I filoni di pensiero sono spesso distanti tra loro ed hanno tutti degli elementi a sostegno della tesi che propongono.
Qualcuno attribuisce la colpa del riscaldamento climatico all’aumento del CO2 e dei gas serra nell’atmosfera. Questa convinzione, che vuole spiegare il nesso tra l’attività umana dei tempi moderni, particolarmente inquinante, e il riscaldamento cronologicamente corrispondente, è figlia di una errata interpretazione degli studi fatti sui carotaggi di ghiaccio dell’Antartide che vede un’evoluzione uguale delle presenza del CO2 e della temperatura terrestre. Come spiegato in precedenti articoli, si tratta probabilmente di una inversione tra causa ed effetto in quanto il CO2 non può incidere in alcun modo sull’effetto serra, e l’effetto serra stesso già incide poco sul bilancio termico terrestre. E’ più probabile che sia il CO2 a seguire l’andamento del riscaldamento terrestre, magari per variazioni della vegetazione, e non il contrario.
https://nexusedizioni.it/it/CT/valutazione-incidenza-attivita-umana-sul-surriscaldamento-terrestre/ https://www.alessandroratti.com/2023/05/10/nuova-dissonanza-sul-clima/ https://www.alessandroratti.com/2023/01/26/cambiamenti-climatici-scienza-nel-pallone-per-un-bias-cognitivo/
Qualcuno attribuisce il riscaldamento climatico alla sola variazione dell’attività solare, o al più all’incidenza del sole stesso dovuta a condizioni orbitali e di orientazione. Tale ipotesi non spiega però il presunto innalzamento delle temperature corrispondente allo sviluppo delle attività umane dell’uomo moderno, ovvero la presunta impennata del riscaldamento che a questo verrebbe attribuita. L’attività solare tra l’altro sembra essere in discesa da qualche anno.
In linea con l’evidenza della riduzione dell’attività solare, qualcuno ritiene invece che non siamo per nulla in una condizione di riscaldamento climatico, in quanto si anno segnali di evoluzione verso una glaciazione. In pratica si è notato, non solo che l’attività solare è in calo ma anche che l’alta atmosfera e gli oceani si stanno raffreddando.
https://journals.sagepub.com/doi/abs/10.1260/095830509787689141
https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/epdf/10.1029/2022GL100693
Nella trattazione che segue diamo una chiave di lettura che potrebbe raccordare tutti i dati facendo complessivamente luce sulle anomalie interpretative precedentemente accennate.
Importanze delle nuvole sull’equilibrio termico terrestre
E’ indiscutibile che se il sole dovesse improvvisamente mancare la terra si troverebbe in pochissimo tempo in una invivibile era glaciale, tutto congelerebbe. Questa ovvia considerazione dimostra che sul bilancio termico del mondo l’elemento più importante è proprio il contributo energetico del sole. Come spiegato nell’articolo riportato sopra, l’effetto serra incide sul bilancio termico indicativamente solo per un 10,5%.
Ogni sistema in natura esiste perché riesce a raggiungere uno stato di equilibrio, un sistema che non sia in equilibrio è instabile e tende ad autodistruggersi. Se esiste la vita sulla terra nonostante le inevitabili variazione dell’attività solare e della sua incidenza è perché esistono degli elementi che permettono di mantenere il sistema in equilibrio. In riferimento alla temperatura terrestre l’elemento che più di tutti ha permesso di non essere bruciati dal sole nei millenni sono le nuvole. Il fatto che le nuvole siano bianche e riflettono il sole in fase di incidenza è l’elemento chiave per l’autoregolazione del sistema, è quello che tecnicamente potremmo chiamale la catena di retroazione negativa che rende stabile il sistema.
In pratica se aumenta l’incidenza del sole aumenta l’evaporazione dell’acqua e quindi ci saranno successivamente più nuvole che impediranno l’ulteriore incidenza di energia dal sole.
Volendo fare una descrizione molto semplificata ma concettualmente valida possiamo immaginare il seguente scenario. Immaginiamo che un giorno il sole sia improvvisamente molto più caldo, nella parte illuminata della terra verrà prodotto molto vapore acqueo. La sera, in assenza del sole, la temperatura scende e la massiccia presenza di vapore porterà facilmente a creare le condizioni per la formazione delle nuvole. Quando il sole il giorno dopo torna le nuvole ne riducono l’incidenza. Se il giorno prima si è creato più vapore, il giorno dopo ci saranno più nuvole e queste ridurranno maggiormente l’incidenza di ulteriore calore dal sole. In pratica le nuvole fanno in modo, entro certi limiti ovviamente, che il sole non riscaldi eccessivamente la terra.
E’ chiaro a questo punto che una anomalia sulla formazione delle nuvole, aumento o riduzione che sia, comporterebbe inevitabilmente una importante variazione dell’equilibrio termico della terra, l’incidenza dell’attività umana sulla formazione delle nuvole potrebbe essere quindi l’anello di congiunzione tra le diverse filosofie di pensiero ed una chiave di lettura che potrebbe fare chiarezza.
Come l’uomo potrebbe incidere sulla nuvolosità e quali sono le conseguenze
Facciamo una premessa a supporto di quanto stiamo teorizzando: recenti misurazioni effettuate da satelliti hanno evidenziato una riduzione dell’albedo terrestre.
https://agupubs.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2021GL094888
Qualche scienziato ha riscontrato la presenza di sostanze igroscopiche, che potrebbero quindi alterare la formazione delle nuvole, nei gas di scarico degli aerei.
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1352231016302424
E’ noto che l’attività aerea moderna ha raggiunto livelli importanti, non si può quindi escludere, nell’ipotesi sopra, che a causa dell’inquinamento da sostanze igroscopiche le nuvole non riescano a fare il loro lavoro di termoregolazione. Già questo è un punto su cui il mondo scientifico dovrebbe indagare.
In questo articolo però voglio aggiungere un elemento in più nell’analisi.
L’atmosfera terrestre è interessata da un campo elettrico che vede una importante differenza di potenziale tra la ionosfera e la terra. In pratica nell’atmosfera c’è un capo elettrico, questo è la causa della polarizzazione delle nuvole e dei fenomeni elettrici delle nuvole stesse.
NOTA: Al perché ci sia questo campo elettrico personalmente do una spiegazione diversa da quella che dà la scienza ufficiale, faccio riferimento alla mia teoria della cariche*
https://www.alessandroratti.com/2019/06/08/charge-theory-step-2/
Tra legenda e realtà Ighina ha effettivamente spostato le nuvole utilizzando sostanzialmente una polarizzazione elettrica, ed esistono sistemi in uso, oltre che brevetti, che utilizzano le caratteristiche elettriche delle nuvole per interagire con esse.
https://www.australianrain.com.au/
https://www.scidev.net/global/news/jordan-cloud-seeding-tech-water/
https://patents.google.com/patent/US20150162854A1/en
Anche sulla base della considerazione precedente, si può ipotizzare che le onde elettromagnetiche, soprattutto quelle nel range delle microonde che notoriamente interagiscono con le molecole dell’acqua, possano alterare la formazione delle nuvole. E’ chiaro che oggi si producono, e si fa un enorme utilizzo, delle onde elettromagnetiche in tutti i settori, quindi una qualche forma di interazione è quasi scontato che ci sia. Dalle analisi e dai calcoli fatti non si riesce però a dare dei risconti concreti in termini quantitativi a causa della vastità e della diversità die parametri in gioco, sia relativamente alle sorgenti di onde, sia alla natura caotica del sistema climatico.
Si dovrebbe però concentrare l’attenzione su uno strumento oggi molto utilizzato che ha delle caratteristiche che lo rendono particolarmente critico rispetto auna possibile alterazione dell’attività delle nuvole: il Radar.
Il Radar ha la caratteristica di utilizzare delle emissioni molto potenti e di tipo impulsivo. Un impulso, in termini di contenuto in frequenza, ha uno spetto molto ampio, in pratica tenderà ad eccitare tutte le eventuali oscillazioni naturali delle molecole che incontra. Inoltre tale impulsi hanno potenze di tutto rispetto, per capirci quelli installati sulle piccole imbarcazioni possono raggiungere alcune decine di kilowatt, infatti l’utilizzo dei radar non è consentito sotto costa e la collocazione degli stessi sulla nave deve essere tale da non interessare con le sue emissioni le persone a bordo.
Se si tiene conto di quante imbarcazioni, quanti aerei e quanti sistemi radar militari sono ogni momento in attività risulta evidente che, in base a quanto premesso, una eventuale alterazione della formazione delle nuvole non si può certamente escludere, si parla probabilmente di qualche gigawatt per secondo di energia di soli impulsi Radar solo in Italia. Di seguito riporto la mappatura delle navi e degli aerei al momento in movimento attorno alla penisola.
In definitiva è plausibile che il bombardamento che il vapore acqueo presente in atmosfera subisce in termini di le onde elettromagnetiche e di impulsi Radar ne alteri il comportamento e che in particolare impedisca la normale formazione delle nuvole.
Conseguenze della mancata formazione delle nuvole – bombe d’acqua e siccità
Volendo ipotizzare uno scenario derivante da una eventuale mancata formazioni delle nuvole possiamo facilmente giustificare gli eventi climatici, come siccità e precipitazioni improvvise ed intense (bombe d’acqua) che sembrano particolarmente frequenti negli ultimi anni.
Come descritto sopra, là dove c’è una forte incidenza del sole si forma il vapore acqueo. Le variazioni di temperatura tra zone diverse creano variazioni di pressione che unitamente ai moti derivanti dalla rotazione terrestre, determinano le circolazioni dei venti. La formazione delle nuvole sarà più probabile dove la temperatura è più bassa. Le nuvole complessivamente riducono l’incidenza del sole, e formano le piogge dove se ne creano le condizioni. Tutto questo ha chiaramente un andamento sostanzialmente caotico date le innumerevoli variabili ed gli infiniti contributi in gioco.
Ipotizziamo però di ostacolare la formazione delle nuvole in alcune zone, in particolare nelle zone più densamente abitate. Quello che avverrà è che in queste zone l’incidenza del sole sarà più importante, la temperatura tenderà ad essere più alta, di conseguenza anche la pressione sarà più alta e rappresenterà una naturale tendenza ad allontanare le nuvole eventualmente prodotte ed impedire l’arrivo di nuvole da altre parti. Avendo ostacolato la formazione delle nuvole in molti aree si sarà avuta di conseguenza una maggiore evaporazione, evaporazione che in presenza di nuvole non ci sarebbe stata, questo va nella direzione di desertificazione delle aree interessate. Complessivamente però le nuvole saranno in quantità maggiore perché comunque il vapore è stato creato, e tale vapore nelle zone più fredde, e non interessate dall’attività umana come gli oceani, si trasforma in nuvole. La tendenza sarà quindi quella di creare una forte differenza di condizioni meteo tra aree limitrofe, quelle densamente abitate rispetto a quelle disabitate. Fin tanto che questa situazione regge si avrà che le piogge saranno principalmente concentrate negli oceani mentre le aree abitate si desertificano. Quando i movimenti di masse di area porteranno l’aria carica di nuvole e pronta alle piogge ad incontrare le montagne, il rimescolamento delle particelle d’acqua degli strati diversi delle nuvole causerà la scarica elettrica reciproca delle stesse e la conseguente formazione di enormi quantità di pioggia (bombe d’acqua). Per capire perché questo accade devo richiamare un concetto espresso in altri articoli relativamente ad un fenomeno non conosciuto o non evidenziato in letteratura.
Le nuvole tendono caricarsi elettricamente con potenziali diversi tra la parte alta e quello bassa, questo favorito da vari fenomeni di polarizzazione noti che determinano la ionizzazione delle particelle. La polarizzazione delle molecole dell’acqua però, causa localmente una loro repulsione reciproca che ne impedisce la condensazione. Questa repulsione reciproca locale spiega perché le precipitazioni sono spesso precedute sa fulmini, questi sono delle scariche elettriche che possono avvenire all’interno delle nuvole, verso il suolo o in alcuni casi verso ionosfera. In pratica quindi la pioggia si forma quando le molecole d’acqua si scaricano elettricamente.
Questo fenomeno spiega quindi le bombe d’acqua, basta infatti che ci sia un forte rimescolamento delle particelle d’acqua che compongono le nuvole perché queste si scarichino tra loro e inizino velocemente a condensare. Quando una massa d’aria proveniente dall’oceano, “carica di pioggia” per i motivi detti sopra, incontra una montagna che ne causa il rimescolamento, una quantità enorme di pioggia viene creata in poco tempo.
La creazione dello squilibrio tra zone limitrofe discusso sopra potrebbe essere anche alla base della formazione dei cicloni che sembrano essere sempre più frequenti. I cicloni sono in relazione agli spostamenti di masse d’aria, questi spostamenti sono proprio in relazione a differenze di pressione, densità e temperatura, per cui più le differenze sono marcate più è probabile che si formino fenomeni importanti.
Come la geoingegneria potrebbe essere causa o concausa dell’alterazione dell’attività delle nuvole
Le attività di geoingegneria climatica/metereologica che vengono praticate nel mondo sono tante e di diverso tipo, esistono anche aziende specializzate nella modifica del clima. Le motivazioni note sulle finalità di tali attività sono quella di aumentare le piovosità nelle regioni raide, impedire la grandine per salvare i raccolti, probabilmente ridurre l’incidenza del sole, favorire le piogge attraendo le nuvole, ecc. Altre attività meno ufficiali sono di evitare la formazione delle nuvole per scopi militari, ad esempio per il miglior funzionamento dei Radar, ed in alcuni casi per garantire giornate di sole in occasione di eventi importanti. L’utilizzo della geoingegneria invece come arma, come avvenuto nel Vietnam, è bandito dal 1976 con una convenzione internazionale ma ciò non esclude che potrebbe ancora essere praticata in segreto.
NOTA: i link ed i brevetti di quanto sopra descritto sono innumerevoli, ne riporto solo alcuni a titolo di esempio
https://www.skywaterventures.com/cloud-seeding-services.html
https://en.wikipedia.org/wiki/Royal_Rainmaking_Project
Da anni in Italia si vedono, praticamente ogni giorno su tutta la penisola o quasi o quasi, degli aerei che rilasciano delle sostanze che causano la formazione di scie simili a scie di condensazione. A differenza delle scie di condensazione, che sono dovute ai gas di scarico degli aerei, che si formano solo in determinate condizioni atmosferiche e che il più delle volte sono temporanee, le così dette scie chimiche non sono in relazione ai gas di scarico degli aerei ma sono diffuse appositamente da diffusori dedicati disposti in genere sulle ali.
Queste scie, di cui si trovano tutte le informazioni su internet oltre che brevetti di tutti i tipi, ufficialmente è come se non esistessero, spesso si ritiene siano solo una teoria complottistica. Si può immaginare che siano coperte da segreto di stato ma non si può in tal caso sapere ufficialmente perché le fanno. Quello che è certo che le sostanze che contengono sono sostanze inquinanti che danneggiano i raccolti rendendo tra l’altro impermeabili i terreni, cosa che peggiora l’equilibrio idrogeologico e peggiora la tenuta del flusso dell’acqua piovana rispetto alle esondazioni dei fiumi, i terreni assorbono poco ed i corsi d’acqua si ritrovano ad essere caricati più di quanto dovrebbero in caso di pioggia.
E’ curioso sapere che una delle sostanze contenuta nelle scie chimiche è l’alluminio, matallo che notoriamente rende poco fertili i terreni tanto che esistono molti studi in merito e vari semi transgenici brevettati pensati per crescere in presenza di alluminio.
https://patents.google.com/patent/US7582809B2/en
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2889790/
https://news.cornell.edu/stories/2010/02/aaas-meeting-cloned-sorghum-aluminum-tolerant
Rispetto alla trattazione oggetto di questo articolo è chiaro che l’esecuzione di tante e tali attività su larga scala incidono pesantemente sul normale evolversi delle dinamiche metereologiche, è chiaro ad esempio che favorire la pioggia nei deserti non può che ridurla altrove. La formazione continua delle scie chimiche discusse, incide sicuramente sull’incidenza del sole, cosa che potrebbe essere vista positivamente in alcuni casi, ma al contempo, oltre a rendere aridi e impermeabili i terreni incide anche sull’equilibrio elettrostatico. La presenza di questa specie di nuvole artificiali che finiscono con il coprire totalmente i cielo potrebbe infatti rivelarsi un ostacolo all’arrivo di nuvole naturali. In oltre, a parte una prima fase in cui queste irrorazione hanno una consistenza tale che potrebbero effettivamente ridurre l’incidenza del sole, dopo qualche ora diventano una velatura leggere che non può che rappresentare un incremento dell’effetto serra.
CONCLUSIONI
Sulla base delle considerazioni sopra espresse si può concludere che probabilmente la condizione di riscaldamento terrestre potrebbe non essere assoluta ma riguardare solo la troposfera, le cause di tale riscaldamento e dei fenomeni estremi che si verificano andrebbero ricercati, non tanto nell’effetto serra, quanto nelle alterazione della normale formazione delle nuvole che rappresentano l’elemento più importante per la termo regolazione. La formazione delle nuvole può essere compromessa dai gas di scarico degli aerei, che contengono sostanze igroscopiche, e dalle emissioni elettromagnetiche con particolare attenzione ai Radar. In oltre, per riuscire a capire cosa stia accadendo nel mondo e perché, si dovrebbe tenere conto delle attività di geoingegneria in atto in tutto il globo. Idealmente sarebbe opportuno cessare tutte le attività che alterino volutamente il clima almeno fino a quando non si abbiano modelli completi ed attendibili (ovvero con riscontri oggettivi). Si dovrebbero ridurre al minimo le emissioni elettromagnetiche e dei Radar, su questa questione andrebbero anche fatti degli studi per quantificare ‘incidenza delle varie emissioni sulla formazione delle nuvole. Sarebbe inoltre fondamentale verificare se e quanto i gas di scarico degli arei impediscano la formazione delle nuvole ed in caso procedere immediatamente alla variazione chimiche dei carburanti.