Sab. Apr 26th, 2025

Molti anni fa cercavo di segnalare il rischio che arrivava dalla Cina, da 40 anni infatti la Cina adotta strategie commerciali, più o meno limpide, per espandere il suo potere economico. Con varie strategie, a suo tempo spiegate, la Cina ha incrementato la sua potenza produttiva e commerciale, il suo potere industriale e manifatturiero, le sue potenzialità produttive e la disponibilità di risorse e materie prime. Ora Trump sbraita inutilmente, la Cina non teme dazi o pressioni di alcun tipo, anzi devono temere gli altri. Purtroppo i capitalisti del Dollaro potrebbero indurre una guerra (fallimentare) per cercare di fermare la Cina usando Taiwan come la Gaza o l’Ucraina d’oriente.

Non so dire se la politica europea in tutto questo sia stata complice, perché foraggiata dalla Cina stessa, o stupida perché rincretinita dal benessere passato, fatto sta che l’Europa si è preoccupata di mettere norme, regole e imposizioni, spesso anche giuste, ma che hanno legato le mani alle nostre industrie ed ai nostri imprenditori causandone la rovina. In molti casi, imprenditori ed aziende, hanno finito col cedere alle lusinghe delle opportunità offerte dalla Cina e vi si sono sposati portando con se conoscenze e potenzialità. Se metti dei pugili su un ring ed ad alcuni leghi le mani non ti puoi aspettare che questi ne vengano fuori vittoriosi.

Oggi però la situazione economico-sociale del mondo rende il nostro futuro, non tanto incerto, quanto sicuro nella sua drammaticità. Per fare un quadro della situazione si devono evidenziare vari aspetti, lo si farà in modo sintetico e puntuale come fatto per atri articoli del passato. I precedenti articoli sono rimasti sostanzialmente inosservati per poi rivelarsi premonitori, spero che non accada anche per questo.

Possiamo sin da subito dire che forse ci sarebbe ancora qualche margine per evitare il peggio ma non vedo NESSUN personaggio politico, partito o movimento che abbia la benché minima idea di quali siano le prospettive né di cosa vada fatto, parlano tutti del nulla cosmico in un unico coro di “stupide galline che si azzuffano per niente” (cit.)

La prima questione da affrontare è il cambio epocale che stiamo vivendo. In questo preciso momento stanno cambiando gli equilibri economico-sociali in generale, oltre che equilibri internazionali, di questioni basilari e fondamentali. Volendo evidenziarne solo alcuni, ma solo a titolo di esempi, potremmo attenzionare le AI e l’energia. Le AI rappresentano un terremoto sociale, culturale ed economico, sia per implicazioni sociologiche che per l’inevitabile rivoluzione occupazionale, se non gestite bene saranno un grosso problema.

Poi c’è la questione  energetica, anche in riferimento all’utilizzo dell’elettrico, che è in stretta relazione con questioni di risorse, ma sarebbe lungo analizzare il problema in toto. Per capire la gravità della situazione basta richiamare delle notizie di questi giorni che vedono la Cina sviluppare batterie che durano centinaia di volte di più e che si ricaricano in pochi minuti. Sempre la Cina ha sviluppato nuovi sistemi di produzione di energia nucleare, le cui origini forse sono addirittura della ormai morta scienza italiana, ne parlava Rubbia già nel 2011, si tratta dell’utilizzo del torio.

Poi ci sono le varie tecnologie, anche di uso militare, come i droni. Sempre dalla Cina arrivano soluzioni innovative ad esempio per spegnere gli incendi. Tanta tecnologia comincia ad arrivare anche da paesi “ex. in via di sviluppo” come India e Iran. Tutti fanno innovazione e l’Italia che era leader in questo è quasi totalmente sparita dallo scenario internazionale.

Questa è la questione chiave, l’Italia non solo non è più in pista per la corsa al futuro ma non ha neanche le potenzialità per farlo.

Ecco i punti salienti del problema:

  1. Le grandi aziende italiane che avrebbero la forza economica e strutturale per fare innovazione sono piene di dipendenti che hanno preso, anche con lo stupido supporto del sistema sindacale e di sinistra, la strada dello stipendio. In pratica non fanno sostanzialmente nulla, non si impegnano e lavorano il meno possibile tanto lo stipendio a fine mese arriva comunque (non si sa per quanto). Non c’è nessuna voglia di impegnarsi, di innovare, non c’è orgoglio ne passione, si aspetta solo che arrivi lo stipendio. Queste aziende sono destinate all’oblio.
  2. I piccoli imprenditori, magari con buone idee e con adeguate conoscenze si ritrovano in un sistema economico fuori dal mondo, con scarse risorse ed infrastrutture  e con una pressione fiscale ed euro-burocratica che rende impossibile qualsiasi possibilità di sviluppo.
  3. Poi c’è la grave ed ignorata questione delle università. L’aver uniformato il sistema universitario allo stupido e criminale 3 anni + 2 europeo, ha fatto si che non ci siano più ingegneri, ricercatori e tecnici in grado di fare la differenza come avveniva in passato. Quelli che restano man mano vanno in pensione, tra non molto sarà il nulla.
  4. Il problema più grosso, come accennato, è la mancanza di una classe politica all’altezza. Il sistema corrotto della politica ha fatto fuori la meritocrazia e si finisce in politica, o con favori, voti di scambio e dinamiche di partito, oppure accarezzando gattini sui social. Chi deluso non va a votare magari voterebbe gente capace, chi va a votare vota corrotti o imbecilli, una specie di paradosso da cui non si può uscire.

Vi state chiedendo quale sarà lo scenario? Semplice: saremo il nuovo terzo mondo!

Tutto sommato qualche esile speranza di evitare il peggio ci sarebbe ancora ma, come detto, non sembra esserci nessun partito politico o movimento che abbia una visione adeguata della situazione, che abbia competenza, metodo e strategia tali da poter fare breccia nel paradosso.

Ad ogni modo, se scrivo questo articolo a Pasqua un motivo ci sarà!

Buona Pasqua Italia!

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