Storicamente l’oro aveva un importante valore economico, tanto da diventare controvalore della moneta circolante. Questo era dovuto principalmente al fatto che era un metallo raro, difficile da trovare e con caratteristiche uniche. Una delle caratteristiche dell’oro era la resistenza all’ossidazione, ovvero non si ossida e quindi è praticamente eterno. Nel tempo tante cose sono cambiate, le tecnologie hanno permesso di trovare sempre più oro, sono state inventate leghe con caratteristiche simili o migliori dell’oro. Nel frattempo lo stupido sistema economico mondiale ha fatto si che nonostante le variazioni del valore intrinseco dell’oro, che diminuiva per i motivi detti, il suo valore di mercato è cresciuto a dismisura. L’oro veniva di giorno in giorno accumulato nei cavò come bene rifugio, come controvalore etc. e li si trova da sempre. Il costo dell’oro oggi è tale che solo i gioielli di lusso estremo possono forse essere fatti d’oro, già i gioielli popolari, quelli che per capirci si regalavano per battesimo e comunione ad esempio, sono troppo costosi. Detto in altri termini l’oro ha delle caratteristiche importanti ma costa troppo per usarlo in applicazioni diffuse, non ha un costo commisurato al suo valore intrinseco, in pratica al costo attuale non serve a nulla, se si provasse a venderlo tutto l’oro conservato nei cavo se ne dovrebbe ridurre il costo di decine di volte.
Bene, andiamo al nocciolo della questione, al “paradosso dell’oro”: tanti stati, inclusa l’Italia, hanno un capitale immobilizzato in oro che serve solo a conferire credibilità economica, il classico controvalore aureo. Ma nei fatti questa credibilità associata all’oro non esiste, i fatti contemporanei mettono in luce che dell’oro conservato nei cavo non interessa molto a nessuno, ne alle agenzie di rating, ne agli investitori stranieri. l’Italia è credibile se ha una buona economia, se ha industrie, innovazione, produzione di beni etc. Detto in altri termini l’oro è un ammasso di metallo inutilmente conservato in dei cavò.
Immaginate ora di avere invece in soldi il valore dell’oro italiano chiuso nei cavò. Il suo valore potrebbe essere utilizzato per creare infrastrutture, per finanziare ricerche, e per tutte quelle attività che renderebbero l’Italia forte. Si potrebbe anche ridurre o cancellare il debito e pagare meno interessi ogni anno. Ogni anno paghiamo interessi su un debito mentre abbiamo un capitale rinchiuso nei cavò. Pazzesco quindi, paghiamo interessi sul debito e teniamo conservato del matallo costoso ormai quasi inutile.
Ma che succede se uno stato lo capisce e vende improvvisamente tutto il suo oro? Bene, gli altri stati inizialmente potrebbero non capire, ma appena quello stato comincerebbe a creare infrastrutture ed a crescere tutti gli altri drizzerebbero le antenne. A questo punto anche gli altri proverebbero a vendere a loro volta l’oro per lo stesso fine. Ma che succede di conseguenza? Il valore dell’oro si riduce velocemente, tutti provano e vendere ma nessuno vuole comprare, le quotazioni diventano in poco tempo un decimo, il costo scenderebbe fino a rendere l’oro applicabile in modo diffuso, ad un costo da permettere di usare tutto l’oro dei cavò. Magari si comincerebbe ad usare l’oro nelle schede elettroniche al posto del rame.
Quello stato che per primo ha venduto tutto l’oro potrebbe essere diventato uno stato ricco, o comunque molto più ricco di prima, mentre gli altri molto meno forti. Tutto il sistema economico sarebbe stravolto, la distribuzione della ricchezza subirebbe un duro shock.
Questo breve testo potrebbe causare la distruzione del sistema massonico dell’economia internazionale… fatelo girare.
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