Dom. Nov 24th, 2024

Appena si pronuncia la frase: “ponte sullo stretto” scatta il tifo pro/contro. Quella che vorrei fare è una analisi che permetta per il futuro di portare la discussione al giusto livello per non sprecare ore a parlare di nulla.

La prima cosa da fare è distinguere tra le domande:

  1. Ti piacerebbe avere il ponte sullo stretto
  2. Sei d’accordo sulla sua realizzazione

Sembra banale ma questa distinzione è fondamentale, se per fare il ponte si dovessero solo schioccare le dita probabilmente lo avrei già fatto, pur comprendendo e rispettando l’opinione di chi è contrario.

Ma la questione è che il ponte va costruito.

Prima di tutto togliamo di mezzo un “bug cognitivo”. Se la scelta fosse se spendere i soldi per il ponte o per altro sono il primo a dire che andrebbe fatta una analisi per capire se è prioritario il ponte o mille altre infrastrutture ed opere. Se però la questione è “fare il ponte o non fare nulla” non ha senso ribattere che ci sono mille altre cose da fare, in tal caso, fatto salvo quanto segue, meglio il ponte che nulla.

Da quello che ricordo i cavi del ponte hanno un diametro di 1,6 metri, e solo lunghi circa 5 chilometri, per un peso di oltre 280 mila tonnellate ciascuno.

Raggio = 1,6m

Sezione = 8 m^2

Lunghezza = 5000m

Volume = 40.000 mq  (metri cubi)

Peso specifico acciaio al metro cubo = 8 tonnellate circa

Peso totale del singolo cavo: 320.000 tonnellate.

Pensate di portarli a spalla da Milano? No, i cavi devono essere prodotti e montati qua, a Messina. Si devono creare industrie e infrastrutture adeguate. Ovviamente i cavi sono solo uno dei problemi, guardate quanto sono alti i piloni e tenete conto che la sola campata è oltre 3 chilometri. Ma poi, secondo voi si può realizzare un ponte in questo modo, montando il cavo un po’ alla volta, magari trefolo su trefolo, mentre navi, auto e camion gli passano sotto? Quali aree vanno evacuate e per quanto tempo? Quanti camion di materiale devono attraversare la città e per quanto tempo? Per farla breve, prima di decidere se fare o meno il ponte, qualcuno si dovrebbe preoccupare di fare un programma di produzione dettagliato e REALISTICO. Il piano/programma di produzione dovrebbe permettere di capire l’impatto di una tale opera, indicando le variazioni alla viabilità; le zone da evacuare; le zone da espropriare; se, quando e per quanto tempo lo stretto non potrà essere attraversato; quali percorsi alternativi dovrà fare chi deve andare, ad esempio, a Granatari; quanti camion devono passare dal porto al cantiere per portare il materiale, quanti al giorno e per quanto tempo; dove si deposita il materiale che arriva; etc. etc. etc. Tenete conto che il ponte potrebbe arrivare a Villafranca per cui le zone interessate non sarebbero proprio poche.

 Considerando che per uno svincolo che in un anno sarebbe dovuto essere completo e funzionante (almeno con i tempi del nuovo ponte di Genova), dopo quasi 30 anni ancora non è finito è sta creando disaggi da decenni alla città, in quanto tempo sarà realmente fatto il ponte e quali disagi creerà?

Potrei continuare all’infinito ma faccio un ultima osservazione: se mentre si scava si trovano i resti di una nave fenicia o i fossili di un dinosauro che si fa? Blocchiamo tutto? E se in un incidente sul lavoro muore qualcuno e sono richieste indagini? Blocchiamo tutto?

Ho cercato di sintetizzare ma lascio spazio alla fantasia… siete sicuri che sia il caso di COSTRUIRE il ponte?

Il rischio potrebbe essere che alla fine della costruzione, quando lo stretto si attraverserà con un skate volante o con le auto antigravitazionali, la città sarà abitata dai soli operai che costruiscono il ponte, il resto della popolazione si sarà stancata di vivere in un cantiere aperto.

Se poi devo aggiungere una mia idea: “il ponte sullo stretto NON LO SANNO FARE e nessuno metterà mai una firma per un progetto esecutivo”. Ma questa è una mia opinione.

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